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La taverna di Brest
Salvatore Smedile, Edizioni ETS, Pisa 2005



da: Stilos, il quindicinale dei libri, 8 novembre 2005
"Lupi di mare ubriachi della vita" (Alessandro Agostinelli)

«Parlano per noi / tutti quelli che non sono tornati / a raccontare i venti  / le isole, le donne /  i capitani e il sangue». Pochi versi e si intende l’arcano della poesia di Salvatore Smedile: la fisicità degli elementi naturali, il senso malinconico delle veglie notturne. E poi l’amore per il mare, in questa raccolta poetica intitolata La taverna di Brest, luogo di costa sbattutto dal vento e dalle acque dell’oceano Atlantico, e posto di solitudini dolci e amare, immortalato dal film teatrale del regista Rainer Werner Fassbinder.
(…) La taverna di Brest accoglie tanta gente: alcuni personaggi di Hermann Melville, i protagonisti dell’Odissea, li capitano Drake e Robert Louis Stevenson. Si appuntano in queste cinquanta poesie tante storie di Brest, ma anche tante citazioni di altre storie di mare raccontate in passato da altri scrittori. E l’autore segnala come «da Omero siamo in viaggio in cerca della luna». Questa poesia è fatta di parole deve rinasce un mondo e torna a galla ciò che provvisoriamente è andato perduto, insieme alle passioni e alle speranze del mare.
Alcune poesie trattano il tema della donna perduta, di quelle femmine che sono passate dalla vita del narratore e restano appuntate nel dolore dei quaderni. E Smedile, in questi passaggi più romantici, diventa a volte struggente, senza mai perdere l’essenzialità delle cose o scadere nel retorico incedere della poesia intimistica. Come quando scrive, con precisione: «Ci hanno salvato / lunghe lettere d’amore / scritte all’imbrunire / prima di sognare / a occhi aperti».
Tuttavia quello che resta più intenso in queste pagine è il racconto degli uomini di mare, la descrizione dei loro dolori, delle fatiche e delle serate cariche di alcol. Come se l’autore conoscesse a menadito la tensione tra il partire per mare e il restare nelle taverne degli ubriaconi a raccontare storie che non sono più. E con audacia e vitalità ci dice: «Ogni tempo è buono / per iniziare a muoversi / spiegare una mappa / decidere cosa fare / dove si è finiti / se si ha voglia o meno dì navigare / procedere senza un piano».


Altri volumi pubblicati da Salvatore Smedile:

Gli occhi e le volpi (racconti)
, Lalli, Poggibonsi ’87
Poesie da camera, Firenze Libri ’89
Il passo delle tartarughe, Book Editore, Castel Maggiore (Bo) ’90  
Figure che non corrono (in collaborazione con il pittore Claudio Conte), il tachipiria,  Zurigo ’90
Di una morte eroica, Book Editore, Castel Maggiore (Bo) ’92  
L’arciera, stampato in proprio, Caselette (To) ’94
 
   
 
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