regia di Alberto Valente coreografia di Anna Gai testi di Calvino, Laing, Leopardi, Platone, Borges, Pessoa, Smedile in scena: Anna Gai, Alberto Valente
Del riso e dell’oblio è un’attraversata col fiato sospeso tra pagine di più autori e architetture stilistiche diverse. È una fisarmonica di sensazioni: parola agita, danza sospesa, partitura di corpi che ondeggia tra l’urlo e il silenzio, tra il riso e il pianto, che si dissolve in mare aperto. È un sorriso malinconico e denso sulla vita e sul suo perdersi in sé stessa. I danzatori-attori creano e modificano i significati dei testi a seconda del loro stato emotivo, transitando per tutte le sfumature del tragico e del comico, del leggero e del pesante, dell’ombra e della luce. L’interpretazione e l’improvvisazione proiettano nuove luci sulle parole trasformandole in una partitura musicale in cui ciascuno può ritrovare qualche parte di sé e armonizzare gli opposti. La performance ci ricorda che siamo corpo e parola, respiro e movimento, materia pulsante di desideri ed emozioni. Tracce lasciate sulla sabbia, esposte alle onde dell’oblio, invisibili e rumorose nel loro assordante silenzio. |