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marted́ 08 maggio 2012 |
testi: Salvatore Smedile regia: Alberto Valente in scena: Fulvio Ferrario, Gianluca Vigone, Giulia Gallo, Letizia Leardini, Alberto Valente
Nel 2009 le associazioni Urzene e Sur (Società Umane Resistenti), spinte da interessi comuni, hanno iniziato a pensare alla produzione di uno spettacolo che potesse essere strumento di sensibilità sulla questione Juarez . È solo a partire dalle sparizioni di Ciudad Juárez che si è iniziato a parlare di femminicidi. Per l’antropologa Rita Laura Segato sono un sistema di comunicazione in cui circolano messaggi emanati in codice: “Nella lingua del femminicidio, il corpo femminile significa anche territorio… Quando insemina il territorio-corpo della donna, la sessualità riversata su di esso esprime la pura volontà di potenza addomesticatrice”.
Lo scopo del progetto Frontera è far rivivere il dramma, incontrare la violenza senza elucubrazioni intellettuali. Il Sudamerica è il nostro Sud con le sue mafie, i suoi codici d’onore, le sue illegalità sovrane che fanno e dispongono senza limiti. La Frontiera fisica (il fiume che divide il Messico dall’America, Juárez, una delle città più insicure al mondo da El Paso, una delle più sicure d’America) è la frontiera dell’umano. Il testo è composto da canti e lamenti che scavano nei significati sepolti del linguaggio, in una memoria collettiva che possiamo ritrovare anche nella nostra società. La violenza sul corpo femminile non è solo un rapporto di forza e di potere verso un’ alterità che sfugge al controllo maschile. I dialoghi sono meta dialoghi: vogliono dire altro. Come nel linguaggio mafioso non è l’apparente quello che conta. Frontera è anche una graphic novel di Salvatore Smedile e Alberto Valente uscita sul blog Nulla dies sine linea |
Ultimo aggiornamento ( marted́ 08 maggio 2012 )
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