testi di Salvatore Smedile regia di Alberto Valente musiche di Gianni Denitto in scena: Stefania Callegari, Marco Crepaldi, Lorenzo Gai, Sannio Giordano, Giulio Paiuzza, Francesco Pignataro, Alberto Valente, Claudia Vigneti
Il secondo spettacolo della Trilogia dell’eroe è ambientato nel periodo delle ultime crociate in Terra Santa. Se il punto di partenza e alcuni personaggi sono più o meno reali, la vicenda è pura invenzione: un labirinto di situazioni in un meccanismo a spirale che precipita vorticosamente nel caso e nell’inverosimile, producendo in attori e spettatori una situazione di trance. Parole, canti e armonie, immergono il pubblico in un rituale in cui le voci di due cuntisti e le musiche dal vivo accompagnano e sostengono le azioni di pupi in carne ed ossa. La storia, che ruota su se stessa a causa di un falso mago incapace di dominare i suoi poteri e gli eventi, potrà essere disincantata soltanto dal rito ancestrale di una donna (la Reina). La lingua utilizzata gioca significati reconditi e ulteriori e necessita di abbandono totale al suono: un italiano aulico francesizzato, misto a siciliano e forme dialettali del sud, neologismi e fonemi primordiali necessari a evocare la realtà fantastica che si vuole rappresentare.  |